lunedì 3 marzo 2008

un'email per i miei amichetti africani

Una email di Paola mi dà il la per iniziare a scrivervi, cari compagnucci d’Africa.
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Primo impatto, un caldo torrido. Forse Filo e Chiara lo stanno già provando, ma per chi viene dall’Italia (e dal suo gelo) i 30 gradi notturni di qui sono una vera botta, ma niente in confronto ai 40-45 gradi diurni: un caldo afoso che ti si appiccica addosso, insieme alla sabbia del deserto che circonda tutto qui. In effetti di sabbia sono le strade, le case, in poche ore lo sono diventato pure io!
Beh, per ora non c’è molto da dire sul cosa ho fatto; i soliti giri per il visto, per il permesso di circolazione, per il contro visto, per il timbro che manca, ma in quell’ufficio non lo accettano, allora devi correre di qua e di la, e davanti ti trovi sempre quell’impiegato stronzo che gode nel dirti “je suis desolé” e ti rimbalza da un’altra parte… vabbè, ci siamo abituati no?
Qui a N’Djamena siamo quindi solo di passaggio, la vera destinazione è un villaggio che si chiama Goz Beida, nell’est, a un’ottantina di km dal confine sudanese. Ci andrò quando (e se) otterremo tutti i permessi necessari.
Sono in compagnia di Leila e Anna. Quest’ultima sta in Ciad dal luglio scorso, e sta rientrando dopo le vacanze “forzate”.
Ma quello che più mi ha colpito è stato notare in me l’automatico paragone/confronto che faccio in ogni istante con l’altra mia unica esperienza africana. Con le mie compagne d’avventura, è un continuo riportare esperienze precedenti del tipo “però in Rwanda facevano così” o “in Mauritania invece…”. E quindi purtroppo passo più tempo a trovare le differenze che le vere e proprie novità: qui l’acqua nei filtri non la fanno bollire, ma la prendono direttamente dal rubinetto; per lavare per terra usano gli stracci; non ci si mette la cintura di sicurezza, per salutare si dice “Allah è grande”, invece di “Bite”. Ecco, la lingua per esempio: un sacco di volte mi viene da dire “yego”, oppure “karibu” o anche “sawa”, ma pooi mi rendo conto che qui non significano nulla…
N’Djamena è una città piatta, come ho già detto caldissima e piena di sabbia, traffico allucinante, con moto, motorini e mitiche scassatissime Peugeot 404 che fanno da taxi. Non ci sono come a Kigali i branchi di Land Cruiser che sfrecciano, solo qualche toyota scassato con sopra i militari. Ieri per esempio ne ho visto uno, con sopra quattro bambini che facevano la guardia a un carico di bazooka… i bambini soldato esistono, e per la prima volta li ho visti.
Con la mia ong il rapporto è strano, mi hanno mandato qui senza una vera e propria formazione, e al contrario di quanto aveva fatto Caritas, sono stato riempito di particolari, senza una generale infarinatura su come affrontare il tutto: mi ricordo che appena arrivato a Gisenyi maledivo Piero Rinaldi, Francesco Meneghetti e compagnia bella per non averci spiegato nulla, ma oggi capisco che era stata una scelta ponderata e giusta: qui in due giorni so già cosa mi aspetterà una volta che raggiungerò Goz Beida, chi sono le persone che incontrerò, quali sono i loro caratteri, i loro difetti. Sono due giorni che mi rimbalza in testa un’espressione, “la sospensione del giudizio”, termine molto caritas style, che più che mai comprendo e vorrei fare mio. Ma purtroppo non ci riesco. Anna (che sono otto mesi che vive qui) ci riempie continuamente di giudizi su tutto, è un continuo commentare e tentare di spiegare, mentre invece (ahhh… la legge del contrappasso!) vorrei solo silenzio e assaporare ogni contatto e sfumatura. Certo, fa anche comodo, perché in effetti la situazione non è delle più rosee.
Girando per il centro si vedono gli effetti della appena finita ribellione: palazzi distrutti e fatti tipo gruviera, qualche relitto di vettura non meglio identificato, e, come sempre, militari ovunque. Incredibile vedere quanti ce ne siano, tutti armati fino ai denti. Di giorno sono tranquilli, di sera… non lo so, e per ora non ci tengo a saperlo.
Ecco, il generatore è spento (in questa casa non c’è luce, non c’è gas, e l’acqua va e viene), e così anche le mi idee…
Per ora poi non è che ho altro molto da dire, anzi, mi pare proprio di aver detto troppo!

Un bacio a tutti, komera cyane

Ludo

1 commento:

stokazz ha detto...

bella cuggio, come va? io mi sto godendo un momento di quei momenti di quiete prima della tempesta...ho assorbito le tue posive vibrations e na farò tesoro domani (o oggi!). tu non ti perder d'animo, presto son sicuro, sarai pieno d'impegni...intanto...4400